IL POPOLO ISTRIANO TRAVOLTO DALL’IRREDENTISMO
Un rapporto intenso dell’Istria con il mondo danubiano e durante la dominazione veneziana, precedette il dominio austriaco in Istria, nell’ottocento.
Sarà Trieste città autonoma inserita da cinque secoli nella mitteleuropa il centro di riferimento della comunità istriana.
L’Austria nella prima meta dell’ottocento affrontò ed elimnò gli effetti negativi creati dalla riconversione dell’economia istriana e fece di Pola, con il suo Arsenale, un centro industriale tra i più dinamici dell’Impero.
L’establishment italofono istriano, in crisi di identità e di ruolo, si rivolse alle élite risorgimentali italiane per riaffermare la sua egemonia e connettersi, cosi, con le mire espansioniste del Regno d’Italia.
Nell’agosto 1866 Mazzini “aveva di fatto costruito il sistema argomentativo di cui si sarebbe servito l’irredentismo nei decenni a venire per fondare il diritto dell’Italia ai territori dell’Adriatico nord-orientale (Cattaruzza).
Il programma di Mazzini introdusse una nuova fase di un irredentismo violento ed espansionista al di là degli schemi proposti dall’immaginario romantico.
Un irredentismo che come sostiene Bettiza poggiava per gli italofoni italiani e dalmati su un “idea platonica e salvifica dell’Italia, un mito d’Italia d’oltre sponda, Italia idealizzata, stilizzata, abbellita e quasi sempre malcompresa da tanti irredentisti dalmati e istriani”.
Per Bettiza l’irredentismo “ era simile ad un labirinto vertiginoso, ipnotico, lastricato di specchi risplendenti e cattivanti anche se deformanti.
Nella stessa parola magica “irredentismo” sembrava celarsi una sorta di nodo interiore mistico e teso in qualche modo alla trascendenza: un intreccio, non privo di una sua nobiltà visionaria, fra nevrosi, illusione, speranza di redenzione e di resurrezione in un mondo diverso, più puro di quello promiscuo in cui l’irredentista di confine si sentiva costretto a vivere”.
I vertici del Regno d’Italia, impostato sul militarismo e l’imperialista utilizzerà l’irredentismo come “cavallo di Troia” per scardinare l’impero austro-ungarico, penetrare nei balcani e impadronirsi dopo l’Italia nord-orientale della Dalmazia.
L’ “irredentismo” male oscuro del nazionalismo italiano corrode tuttora una nazione, come quella italiana, sicura della sua omogeneità culturale, ma sempre alla ricerca di un progetto comune e condiviso.
Da “Esodi del Popolo Istriano ed Irredentismi”.
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